12 Oct 2020
La Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico tenutasi nel 2015 è culminata nel primo accordo internazionale vincolante sul riscaldamento globale, che ha posto le basi per affrontare la sfida storica di fronte a cui si trova l'umanità. Prevedendo il contenimento del riscaldamento globale "ben al disotto dei 2° C oltre i livelli preindustriali" e al fine di "perseguire misure atte a contenere l'aumento delle temperature entro 1,5° C", con l'Accordo di Parigi 195 paesi si sono impegnati a modificare in maniera radicale e significativa le loro politiche in materia di emissioni e di clima. Da allora, il consenso globale si è decisamente spostato verso la soglia di 1,5° C, poiché la ricerca indica che anche solo mezzo grado in più rappresenterebbe un rischio troppo grande.
Una relazione di alto profilo del 2018 inviata dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico all'ONU evidenzia numerose nette differenze che sottolineano l'importanza del raggiungimento del più ambizioso obiettivo di 1,5° C. Un riscaldamento di 2° C entro il 2100 potrebbe provocare un aumento della siccità e carenza di precipitazioni, forti piogge, cicloni tropicali, il rapido espandersi delle aree globali a rischio di inondazioni, l'aumento delle regioni esposte a trasformazioni dell'ecosistema, cambiamenti del livello e dell'acidità degli oceani, l'estinzione di specie di piante, vertebrati ed insetti, la distruzione del 70-90% delle barriere coralline ed un calo del 50% dei raccolti di generi di prima necessità come mais, riso e frumento. Immaginiamo che cosa potrebbe accadere se la temperatura salisse di oltre 3° C.
Non illudiamoci che sia semplice raggiungere questi obiettivi. Tuttavia gli investitori possono essere efficaci agenti di cambiamento. Sono già in atto iniziative di enorme portata. La Net-Zero Asset Owner Alliance, che rappresenta un patrimonio di circa 4.700 miliardi di Dollari statunitensi, punta ad esempio esplicitamente ad allineare i portafogli con l'obiettivo più ambizioso degli 1,5° C. Non dubitiamo che a questa iniziativa ne seguiranno altre. D'altronde non c'è alternativa.
In Europa, l'UE è in procinto di aggiornare la regolamentazione sui benchmark, obbligando i compilatori di indici a rendere noto se i principali benchmark siano o meno allineati con lo scenario di riscaldamento globale delineato dall'Accordo di Parigi.
L'Unione sta inoltre promuovendo la creazione di indici di riferimento di transizione climatica e di indici di riferimento allineati con l'accordo di Parigi. Questi benchmark renderanno molto più semplice creare strumenti d'investimento ottemperanti all'Accordo e cominciare a finanziare la transizione verso un mondo in cui l'aumento medio delle temperature non superi gli 1,5° C.
A nostro avviso, presto i marchi CTB e PAB diventeranno diffusi tanto quanto le certificazioni bio dei prodotti alimentari, svolgendo peraltro una funzione analoga: garantire a colpo d'occhio che un dato prodotto è stato fatto come si deve o che è "pulito". L'effetto indiretto sarà quello di stigmatizzare gli indici "inquinati", ossia tutti i principali benchmark tuttora utilizzati dagli investitori istituzionali.
Naturalmente, la semplice creazione di questi benchmark e dei prodotti che se ne servono non basta per vincere la battaglia del cambiamento climatico. Spostare il denaro in massa su questi indici è quel che ci vuole per invertire veramente rotta.
Gli "influencer finanziari" e gli utilizzatori precoci possono giocare un ruolo fondamentale. Basta che qualche proprietario di capitali abbastanza grande, attivo e impegnato alimenti alcuni indici ed ETF di questo tipo per indurre molti altri soggetti, privi del tempo e delle risorse per costruire i propri portafogli eco-compatibili, a fare altrettanto.
Poiché non è certamente facile capire la climatologia e le normative, i requisiti di divulgazione delle società e le nuove norme sui benchmark, abbiamo pensato di agevolarvi il compito offrendovi strumenti concepiti a tale scopo. Questa guida intende fornire un'introduzione sul tema e aiutarvi ad implementare le direttive dell'Accordo di Parigi nei vostri portafogli. Il nostro obiettivo è offrirvi tutte le informazioni necessarie perché possiate prendere con convinzione decisioni informate che possano contribuire a salvaguardare il futuro del nostro pianeta.
Le aree trattate sono cinque: